Targa per architetto: quando scegliere il minimal?
Il minimal funziona quando la targa deve “sparire” a favore dell’architettura, oppure quando il nome è già un marchio. In questi casi la pulizia visiva trasmette controllo, ordine, metodo e qualità che chi cerca un architetto apprezza molto.
- Contesti storici o molto caratterizzati: targa discreta in alluminio satinato o plexiglass satinato, testo nero/grigio scuro, poche righe.
- Studio mononome: “Nome Cognome, Architetto” come titolo dominante + contatto/QR sul retro o in piccolo.
- Ingressi condivisi: quando ci sono molte targhe, la semplicità evita il “rumore” e migliora la leggibilità complessiva.
Regola del minimal
Massimo 3 righe: Nome e cognome • Qualifica (Architetto) • Studio/recapito. Tutto il resto va sul sito o QR.
Targa per architetto: quando inserire il logo?
Inserisci il logo quando è parte della tua identità (studio associato, naming progettuale) e porta valore riconoscibile al primo sguardo. Il logo guida l’occhio, ma non deve rubare la leggibilità al nome.
- Logo vettoriale: invia file SVG/PDF/AI; niente JPG sgranati. Mantieni area di rispetto attorno al marchio.
- Gerarchia: logo ≠ titolo. Il titolo (“Arch. Nome Cognome” / “Studio Nome”) deve restare il livello 1 in grandezza/contrasto.
- Varianti colore: se il logo ha colori poco contrastati sulla targa, usa la versione monocromatica (nero/grigio o bianco in negativo su fondino).
Quanto grande il logo?
Indicativamente 20–30% della larghezza utile della targa per formati da porta; meno se ci sono più studi affiancati. Se sembra un bollino decorativo, è troppo piccolo; se “urla”, è troppo grande.
Colori e contrasti ideali per una targa da architetto
La targa deve leggersi sempre: luce piena, penombra, controluce. Scegli materiali e colori pensando allo sfondo reale (intonaco, pietra, metallo del portone) e alla distanza di lettura.
- Contrasto alto: testo scuro su fondo chiaro (alluminio satinato, plex bianco) o testo chiaro su scuro (alluminio verniciato scuro). Evita cromie “a metà”.
- Pochi colori: titolo, corpo, eventuale accento (linea/segno). Due pesi tipografici bastano (Bold + Regular).
- Materiali coerenti:
- Alluminio: moderno/tecnico, rende bene con neri pieni e sans netti.
- Ottone: caldo/rappresentativo; ottimo con serif eleganti e incisione o stampa scura.
- Plexiglass: look minimale e uniforme; retrostampa per proteggere la grafica.
- Line-height e margini: aria sopra/sotto il titolo, interlinea generosa (almeno 1.3–1.5), allineamenti puliti.
Mini-check cromatico
- La targa è leggibile anche a 3–4 metri?
- Il colore del testo non si “perde” contro la parete?
- Il logo in monocromia resta riconoscibile?
Errori da evitare
Piccoli errori grafici diventano enormi una volta installati. Evitali a monte:
- Logo troppo piccolo o deformato (mantieni le proporzioni; no schiacciamenti/estensioni).
- Troppe righe (la targa non è una brochure: massimo 3–4 righe utili).
- Font decorativi (preferisci sempre font sans/serif professionali, pesi chiari, niente script illeggibili).
- Poco contrasto con la parete o materiali troppo lucidi che creano riflessi “a specchio”.
- Margini risicati (lascia respiro: niente testo appiccicato ai bordi o ai copriviti).
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